Domotica 101 – Parte Prima
Negli ultimi anni ho avuto la fortuna di poter lavorare nel mondo della domotica, sia attivamente partecipando alla progettazione e realizzazione di alcune soluzioni, sia passivamente avendo modo di seguire incontri, corsi di certificazione di alcuni vendor ma soprattutto collaborando con persone con una notevole esperienza nella realizzazione di soluzioni reali, sul campo ed a contatto con (danarosi) clienti, quindi in grado di essere meno teorici e più pratici.
Questa esperienza, che in parte cerco di mantenere gestendo l’impianto domotico di casa e mantenendomi informato su quel che succede nell’ambiente, mi ha spesso portato ad avere sentimenti contrastanti nei confronti di quel che viene venduto come domotica, sia dai costruttori locali a cui si affidano amici & parenti, sia da dalle grandi aziende come Apple o Samsung. Avendo ricevuto varie richieste di questo genere, ho deciso di riassumere qui un po’ dell’esperienza maturata sia in termini generali (cosa fa la domotica) sia in termini più pratici raccontando scenari o implementazioni specifiche. Non nascondo che non posso considerarmi agnostico nei confronti dei brand, ho abbracciato una scelta e quindi è possibile che alcune considerazioni possano non essere del tutto imparziali ma farò del mio meglio per argomentare.
Prima di tutto cos’è la domotica: non voglio dare una definizione accademica perché per questo scopo esiste Wikipedia o in generale Google, ma voglio procedere per paragoni perché il recinto entro il quale si può definire qualcosa “domotica” può non essere facile da definire. Facciamo un paragone: in una auto che cosa è “auto” e cosa è “infotainment”? Una auto modernamente è costituita, semplificando ed eliminando la struttura, da una base:
– motore e trasmissione
– sterzo
– sospesioni
– ruote
– impianto elettrico ed impianto di condizionamento
– strumentazione di bordo (contachilometri, contagiri, spie diagnostiche varie, indicatore del livello di carburante)
– impianti di sicurezza (airbag, blocco benzina in caso di impatto)
– chiusura centralizzata
e poi delle aggiunte più o meno ricche:
– radio/lettore cd
– navigatore
– vivavoce telefonico
– sedili riscaldati
– eventuale tettuccio apribile
Per quanto abbia diviso le due componenti, quanto sarebbe accettabile che non siano integrate tra loro? Dipende ovviamente dal costo, su una auto economica probabilmente il navigatore è un Tomtom (esterno, come nel caso delle Renault) senza alcuna connessione con la componente ruote/sterzo e quindi incapace di fornire la posizione esatta in galleria, cosa che invece altri navigatori fanno senza problemi. Allo stesso modo alcune auto con tettuccio apribile disattivano l’aria condizionata quando il tetto viene aperto, cosa che ad esempio non avviene sulla Smart. Stessa cosa dicasi per l’indicazione del livello carburante, dei guasti o dei consumi medi sul display del navigatore o ancora la disattivazione della radio quando si risponde ad una chiamata con il vivavoce.
L’integrazione ha come finalità quella di rendere più fruibili i suoi componenti, facendo in modo che interagiscano in maniera intuitiva tra loro. Allo stesso modo si può definire domotica un sistema che integra funzionalità che normalmente sono già presenti in una abitazione, rendendoli più fruibili o ancora meglio intelligenti al punto da essere definiti “smart” (altro termine piuttosto abusato di questi tempi).
Per ora ci fermiamo, si continua con la parte 2 tra qualche giorno.